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La Cina dice ad Alibaba come fare FinTech.



Il processo di ristrutturazione forzata di Ant Group giunge a un punto di svolta: la Fintech, partecipata per il 33% da Alibaba e controllata dal miliardario Jack Ma, ha ricevuto l’approvazione dalle autorità cinesi per gestire una compagnia finanziaria rivolta ai consumatori.

Ant Group potrà detenere una partecipazione al 50% sugli otto miliardi di yuan di capitale totale nella nuova entità (pari a circa 1,25 miliardi di dollari in totale). E altri sei azionisti porteranno la rimanente metà delle risorse, come indicato dalla Commissione bancaria e assicurativa cinese.


Ant Group sta attraversando problemi regolatori dopo l’improvviso stop di Pechino alla quotazione da record di novembre, stimata in 34,5 miliardi di dollari.

Una delle direttive provenienti dalla Banca popolare cinese implicava che fosse regolata più come una banca che non come operatore tecnologico.

Le autorità cinesi, preoccupate dal ruolo crescente delle Big tech nel fornire servizi monetari in grado di impattare sulla stabilità finanziaria (la app di pagamenti Alipay di Ant Group conta 730 milioni di utenti attivi al giorno), ha colto l’occasione per imbrigliare anche Alibaba, con una multa antitrust da 2,8 miliardi di dollari.

Ora il nuovo operatore sarà in grado di emettere prestiti personali e obbligazioni.

E ospiterà ancora le attività di credito fornite da Huabei e Jiebei, finora fondamentali per i ricavi dell’azienda come veicolo per proporre prodotti, sottoscritti indipendentemente dai partner finanziari istituzionali del gruppo Ant, un centinaio di banche.

Fino a un anno fa questa parte del business valeva il 39% dei ricavi di Ant, che ora però dovrà indicare chiaramente quale Banca fornirà realmente il prodotto.

Inoltre, qualsiasi prestito fornito tramite Huabei e Jiebei che dovrà essere in parte sottoscritto dalla stessa Ant. Secondo precedenti valutazioni, la nuova società dovrà disporre di denaro a sufficienza per garantire almeno l’11,5% degli asset ponderati per il rischio nel caso di prestiti e contribuire ad almeno il 30% dei finanziamenti erogati in accordo con le banche.

(fonte "Wired")


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